 e
musiche di scena di questo Tartufo o L'Impostore credo si possano raggruppare
in un unico modello dal nome: "divertimento".
II "divertissement" era
una forma musicale che, nella Francia del Seicento, serviva a sottolineare
o a interrompere momentaneamente l'azione nei lavori scenici. Nei secoli
successivi prese a designare prima carattere di "suite", con l'inserimento
di numerosissimi brani (rondò, minuetti, variazioni, etc...), poi
di "pout-pourri" su motivi famosi.
Come molti autori del Novecento,
ho preso a prestito tale termine per restituirgli quel significato originario,
cioè per indicare composizioni strumentali in cui primeggi genericamente
lo spirito del gioco.
La forma strutturale di
queste mie musiche chiaramente non rispecchia quella tradizionale, ma è
completamente inventata. Vive, con materiale ben definito e riconoscibile,
di configurazione propria, mentre quella antica ne è priva ma, come
quest'ultima, conserva il carattere leggero e ricreativo. Al colore armonico
ho voluto associare il ritmo, per creare quell'atmosfera giusta, in sintonia
con la rilettura registica del lavoro. Ad una sonorità cameristica
con carattere d'intrattenimento, ho aggiunto quella bandistica, ottima
per il suo uso e destinazione in occasione di feste, riti, banchetti o
ricorrenze.
Antonio
Sinagra
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