L’idea, il mio desiderio di mettere in musica Padre Cicogna risale
a più di venti anni fa, praticamente alla prima volta che l’ho
letto
rimanendone profondamente sedotto. E sono molto contento
dell’occasione che mi è stata offerta per far vedere la luce a
questo
amato progetto. Mettere in musica un poema di Eduardo
comporta, come s’immagina, più di una difficoltà. Ho lavorato
nel
continuo timore di fare un passo falso, in termini non solo
artistici
in senso lato, ma anche strettamente lessicali.
Nel racconto sinfonico che viene presentato questa sera, la
voce recitante narra la storia Padre Cicogna con i versi di Eduardo
integralmente riproposti, senza modifiche o aggiunte: il ritmo
drammaturgico dello sviluppo narrativo è esattamente quello
originale. Ma al racconto recitato in versi si affiancano
quattro
voci cantanti – due maschili e due femminili – col ruolo di
contrappuntare gli accadimenti con versi dello stesso Eduardo -
e
in più qualche filastrocca della tradizione popolare natalizia
napoletana. Le quattro voci, di natura e colore molto diverso
fra di
loro, intervengono come un piccolo coro che dà voce a una
collettività, al quartiere dove va ad abitare Cicogna,
alias Emanuele.
Un’orchestra di carattere in parte sinfonico e in parte etnico -
comprendente chitarra, mandolino, batteria, flauto dolce –
scandisce il ritmo e commenta le fasi narrative di questo
avvincente poema, leggibile anche come una magnifica
sceneggiatura, che suggerisce un vero e proprio commento
musicale narrativo.
A circa metà del racconto, alla nascita del figlioletto, la
mamma,
come ogni mamma del popolo, canta una ninna nanna. I versi li ho
ricavati da una folgorante poesia dedicata a Luca.
E’ una breve
lirica in una metrica che, sommando i versi a due a due, dà il
risultato di sette, con un cambio ritmico finale: due versi di
sei
sillabe che risultano come settenari tronchi. Si te parlo / me
parlo... La
più grande difficoltà di tutta la composizione l’ho
provata nel mettere in musica questo schema metrico, evitando di
modificarne una sola sillaba. Una piccola scommessa enigmistica,
all’interno di un lavoro musicale molto coinvolgente sul piano
emotivo. Coinvolgente naturalmente per chi ha scritto la musica,
nella speranza di coinvolgere in qualche modo anche chi la
ascolterà; chi si lascerà raccontare dai suoni, dagli strumenti,
dalle
voci, la dolorosa, paradossale e nuda storia del povero padre
Cicogna.
Ringrazio ancora una volta Luca De Filippo per avermi dato la
fiducia e l’incoraggiamento necessari ad affrontare Padre
Cicogna,
consentendomi di metterci mano, di metterci cuore e,
soprattutto, di metterci matita, gomma e pentagrammi.
Nicola Piovani
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