Sei nell'archivio degli spettacoli della Compagnia di Teatro di Luca De Filippo - Stagione Teatrale 1997/98 | Home Spettacolo| Home Page

 

Ditegli sempre di sì divenne così una delle più fortunate commedie del repertorio dei De Filippo e fu rappresentata fino allo scioglimento del "Teatro Umoristico". Gianfelice Imparato - Fulvia CarotenutoMa venne ripresa anche negli anni del secondo  dopoguerra,quando I'autore la adattò alla sua nuova compagnia "II Teatro di Eduardo". 
Non si trattò, in questo caso, di modifiche così consistenti come quelle del primo adattamento, ma piuttosto di una messa a punto del testo, di un approfondimento del carattere anche psicologico dei personaggi, e di un adeguamento ai gusti e ai riferimenti culturali del pubblico dell'epoca. Per esempio, la poesia che Luigi Strada recita all'inizio del secondo atto, e che nelle prime versioni consisteva in una parodia dei versi del Guerrini (in arte Lorenzo Stecchetti), nel corso del tempo venne modificata fino alla attuale versione, Ora mistica, divertente presa in giro della poesia ermetica. Anche il tema della pazzia viene approfondito: si stemperano i toni piu apertamente comici e si insiste di più sul significato sociale della mania del protagonista. La nevrosi, poi, comincia a contagiare anche altri personaggi: per esempio Teresa, che nell'interpretazione di Regina Bianchi del 1962 rivela, attraverso gesti coatti e movimenti meccanici, i segni di una mania meno teatrale, ma più diffusa e comune di quella del fratello. 

II motivo della pazzia, gia trattato da Eduardo anche nella sua commedia precedente, Uomo e galantuomo (ma il titolo originario era Ho fatto il guaio, riparero!), viene da molti messo in relazione con le tematiche trattate da Pirandello in commedie come Il berretto a sonagli e Enrico IV. Ma se è  vero che Pirandello investe queste tematiche di valori teatrali inediti, e le tinge dei toni dell'umorismo, è vero pure che il motivo della pazzia e motivo teatrale antico, e familiare a Eduardo anche attraverso la tradizione napoletana e scarpettiana. Basti pensare a una commedia come Il medico dei pazzi, in cui un eterno studente, che si fa mantenere da uno zio ingenuo e provinciale, per evitare che quest'ultimo scopra che non ha finito gli studi di medicina, gli fa credere che la pensione per artisti dove abita sia una clinica che ha messo in piedi per curare malati di mente. Naturalmente I'equivoco è reso possibile dal fatto che gli ospiti della pensione sono personaggi davvero singolari, bizzarri al punto da essere scambiati per matti.

 Eduardo sembra trarre qualche spunto dalla divertente commedia paterna, di cui rovescia però completamente la situazione: lì persone normali (più o meno normali) sono scambiate per pazzi, qui un vero pazzo è considerato una persona normale. Naturalmente alla fine, in entrambe le commedie, I'equivoco viene svelato. Anche il personaggio dell'attore potrebbe ricollegarsi alla trovata scarpettiana, ma I'ironia che Eduardo impiega nel disegnare la macchietta di Luigi Strada, è più feroce. Con questa caricatura di sedicente attore (che verrà anch'essa messa a punto e approfondita nel tempo) egli sembra prendere di mira soprattutto il dilettantismo e il velleitarismo di tanti falsi artisti. II personaggio ha nella commedia una funzione di primo piano; è una specie di alter ego del protagonista, pazzo anche lui, sia pure in modo opposto e complementare al primo. 
Le manie di entrambi hanno a che fare con il linguaggio.

 La pazzia di Michele si potrebbe definire "letterale". A lui manca completamente quella che Ciampa nel Berretto a sonagli definisce "la corda civile": un uso del linguaggio che serve a vestire con le parole le contraddizioni, le incongruenze del vivere, così da renderle meno imbarazzanti e socialmente più accettabili. E' una "corda" che, sfruttando I'ambiguità del linguaggio, se ne serve non per rivelare, ma per mascherare ipocritamente la realtà. Se diciamo che abbiamo "prelevato provvisoriamente" dalla cassa della società per cui lavoriamo il denaro dei clienti, mascheriamo con un bel giro di frase la brutalità di un atto che potremmo definire, senza mezzi termini, "furto". Allo stesso modo, Michele Murri, il pazzo di Ditegli sempre di sì, sembra ignorare del tutto la funzione allusiva, simbolica o metaforica che è propria, ad esempio, del linguaggio poetico. Di fronte ad una poesia Michele chiede conto e ragione di tutto: vuole risposte chiare e verosimili. E' naturale quindi che la sua mania si accenda con particolare veemenza a contatto con I'"attore" Luigi Strada, che col linguaggio ci gioca spudoratamente. 

La sua è una recita continua, il mondo è per lui platea alle proprie esibizioni: ride, piange a comando, recita poesie cimiteriali, al solo scopo di stupire e di sentirsi dire che è bravo - cosa che, per la verità, non succede molto spesso.  

 
 Home Page