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Sei nell'archivio degli spettacoli della Compagnia di Teatro di Luca De Filippo - Stagione Teatrale 1997/98 | Home Spettacolo| Home Page |
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Ditegli sempre di sì
divenne così una delle più fortunate commedie del repertorio dei De Filippo
e fu rappresentata fino
allo scioglimento del "Teatro Umoristico". II motivo della pazzia,
gia trattato da Eduardo anche nella sua commedia
precedente, Uomo e galantuomo
(ma il titolo originario era Ho fatto il guaio, riparero!), viene
da molti messo in relazione con le tematiche trattate da Pirandello in
commedie come Il berretto a sonagli e Enrico IV. Ma se è
vero che Pirandello investe queste tematiche di valori teatrali inediti,
e le tinge dei toni dell'umorismo, è vero pure che il motivo della
pazzia e motivo teatrale antico, e familiare a Eduardo anche attraverso
la tradizione napoletana e scarpettiana. Basti pensare a una commedia come
Il medico dei pazzi, in cui un eterno studente, che si fa mantenere
da uno zio ingenuo e provinciale, per evitare che quest'ultimo scopra che
non ha finito gli studi di medicina, gli fa credere che la pensione per
artisti dove abita sia una clinica che ha messo in piedi per curare malati
di mente. Eduardo sembra trarre qualche spunto dalla
divertente commedia paterna, di cui rovescia però completamente
la situazione: lì persone normali (più o meno normali) sono scambiate
per pazzi, qui un vero pazzo è considerato una persona normale.
Naturalmente alla fine, in entrambe le commedie, I'equivoco viene svelato.
Anche il personaggio dell'attore potrebbe ricollegarsi alla trovata scarpettiana,
ma I'ironia che Eduardo impiega nel disegnare la macchietta di Luigi Strada,
è più feroce. Con questa caricatura di sedicente attore (che
verrà anch'essa messa a punto e approfondita nel tempo) egli sembra
prendere di mira soprattutto il dilettantismo e il velleitarismo di tanti
falsi artisti. II personaggio ha nella commedia una funzione di primo piano;
è una specie di alter ego del protagonista, pazzo anche lui, sia
pure in modo opposto e complementare al primo.
La pazzia di Michele si potrebbe definire "letterale". A lui manca completamente quella che Ciampa nel Berretto a sonagli definisce "la corda civile": un uso del linguaggio che serve a vestire con le parole le contraddizioni, le incongruenze del vivere, così da renderle meno imbarazzanti e socialmente più accettabili. E' una "corda" che, sfruttando I'ambiguità del linguaggio, se ne serve non per rivelare, ma per mascherare ipocritamente la realtà. Se diciamo che abbiamo "prelevato provvisoriamente" dalla cassa della società per cui lavoriamo il denaro dei clienti, mascheriamo con un bel giro di frase la brutalità di un atto che potremmo definire, senza mezzi termini, "furto". Allo stesso modo, Michele Murri, il pazzo di Ditegli sempre di sì, sembra ignorare del tutto la funzione allusiva, simbolica o metaforica che è propria, ad esempio, del linguaggio poetico. Di fronte ad una poesia Michele chiede conto e ragione di tutto: vuole risposte chiare e verosimili. E' naturale quindi che la sua mania si accenda con particolare veemenza a contatto con I'"attore" Luigi Strada, che col linguaggio ci gioca spudoratamente. La sua è una recita continua, il mondo è per lui platea alle proprie esibizioni: ride, piange a comando, recita poesie cimiteriali, al solo scopo di stupire e di sentirsi dire che è bravo - cosa che, per la verità, non succede molto spesso. |
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