UOMO E GALANTUOMO

di Masolino D'Amico


Uomo e galantuomo», che Luca De Filippo riprende in un nuovo allestimento all'Augusteo di Napoli fino al 19 (poi sarà a Milano e a Roma), quasi il primissimo testo scritto da Eduardo, addirittura nel 1922, è una farsa spensierata, il cui titolo nella prima versione «Ho fatto il guaio? Riparerò!» allude all'equivoco su cui si impernia: un giovanotto avendo messa incinta l'amica si presenta a offrire nozze riparatrici nientemeno che al marito di costei, di cui ignorava l' esistenza e che pertanto scambia per un parente.

Il tutto è ambientato in un mondo di teatranti poverissimi, che nella pensione in cui soggiornano cucinano di nascosto e soprattutto rimettono in prova un lavoro in seguito a un paio di defezioni (l' agente che viene a arrestare il protagonista viene sostituito da una lettera), con uno di loro a fare da suggeritore. E' a questa scena irresistibile, col suo tormentone («'Nserra chella porta») diventato quasi uno slogan per eduardiani doc, che il testo deve la sua fortuna perenne, anche grazie al noto amore Luca De Filippo del pubblico per il teatro che parla di se stesso. E Luca De Filippo, ecco la buona notizia, gli rende piena giustizia, presentando una compagnia eccellente intorno a se stesso e alla sempre splendida Angela Pagano.

Dopo averci insospettiti per un momento rischiando l' eccesso di sciccheria - scena semplice ma squisita di Bruno Garofalo giocata in bianco e nero come i costumi di Silvia Polidori, schermetto con proiezione di didascalie tipo film muto - la sua regia si abbandona con garbo gustoso per due piacevolissime ore, egli stesso proponendosi pallido, elegante e leggero, più simile questa volta a un De Sica giovane che al suo celeberrimo padre.

Se volete farvi un regalo, non perdetelo.