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![]() di Luciana Baldrighi Una volta tanto, critici pubblico e addetti ai lavori, sono tutti concordi nel dire che con lo spettacolo di Eduardo «Uomo e galantuomo». in scena in questi giorni al Teatro Lirico, si ride davvero perché trattasi di una commedia di grande qualità sotto ogni punto di vista: del testo, degli attori e della regia. Il segreto di tanto successo è presto detto. Se siete messi alle strette da vostra moglie o da vostro marito, se avete problemi con il vostro datore di lavoro o se i creditori bussano alla porta, non dovete temere percchè una soluzione esiste. Ve lo dice Luca De Filippo. il figlio del grande Eduardo» irresistibile protagonista e regista di questa messinscena scritta dal padre nel 1922. Dovete assolutamente, al momento buono, fingervi pazzi. E cosi facendo non sarete più perseguibili, ne dalla morale, ne dalla legge, che di logica ne dovrebbe contenere almeno un po'. Finalmente a teatro non si sono viste e solite facce assorte da intellettuali borghesi annoiati e scolaresche capitate per caso. L'altra sera ad assistere alla felice commedia di De Filippo non c'era la solita gente che affolla i cabaret come effetto secondario del gradimento televisi ma un po' di tutto; per lo più gente semplice, perfettamente normale, non etichettanamenti pre-costituiti, vuoi che siano culturali, politici o di divertimento. Gente libera dentro, naif, che ha ancora il gusto per le cose semplici purchè siano trattate con intelligenza. Ed intelligenza ed ironia sono gli ingredienti con cui la compagnia napoletana ha saputo mettere in scena la commedia di Eduardo legata agli schemi del teatro scarpettiano: un teatro realistico, ma non allo stesso tempo farsesco-popolare.Luca De Filippo, come suo padre e suo nonno, Eduardo Scarpetta.(cambia il cognome perche Eduardo De Filippo rimase ufficialmente un clandestino) è rimasto fedele per misura ed intelligenza alla vecchia figura di capocomico. Dal 1926, ossia da quando «Uomo e galantuomo» fu rappresentato per la prima volta, lo spettacolo continuò ad avere molto successo. È per questo motivo che Luca De Filippo l'ha scelta da inserire nella trilogia dedicata al padre: seguiranno «Penziere mieje» e «Il contratto» Certo è che il riservato e timido Luca, con il passare degli anni assomiglia sempre di più a suo padre» fedele a quello stile di recitazione schietta, umana» forse con una qualità in più, un po' meno di drammaticità nei gesti, che rende i1 personaggio più contemporaneo. Ma tornando al messaggio della commedia, la ri cetta della simulata pazzia e del contagio che questa crea a chi rimane coinvolto in faccende ambigue, è già stata presa in esame dai nostri politici che alla resa dei conti hanno dato «forfeit». Perche dietro ad un comportamento cosi banale nella forma, c'è la presa in giro di una società preoccupata di tutto fuorchè della sostanza. I «guitti», che sono l'elemento centrale dell'ilare commedia, in una cornice da film muto, con tanto di didascalie incorporate, siamo noi. |
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